Dove si trovano le Svalbard, l'arcipelago di isole abitato più a nord del Pianeta Terra? Stiamo parlando di un arcipelago estremamente frammentato, suddiviso in circa 40 isole, le cui più grandi e famose sono Spitsbergen (di circa 37000 km²) e Nordaustlandet (di circa 14500 km²), Edgeøya, Barentsøya, Kvitøya, Prins Karls Forland, Kongsøya, Isola degli Orsi, Svenskøya e Wilhelmøya
Il nome Svalbard significa "costa fredda" e infatti ls gran parte dell'arcipelago delle isole Svalbard è coperta da ghiacci. Il mare nei pressi delle isole però, mitigato dall corrente nord-atlantica modera il clima artico, mantenendo le acque circostanti aperte e navigabili per gran parte dell'anno.
Per effetto della temperatura media annuale inferiore a zero gradi Celsius, il suolo è permanentemente gelato, e si sgela in piena estate solo per una modesta profondità, tale da permettere solamente la vegetazione estiva di un leggero manto erboso a bassa quota, nei luoghi soleggiati ed esposti ai venti meno freddi da ovest.
Le Svalbard sono anche il terreno di riproduzione dell'oca dalla faccia bianca e di altre varietà di uccelli: è presente la riserva naturale Santuario degli uccelli del Kongsfjorden.
Dove si trovano le Svalbard
Clima
Il clima delle isole Svalbard è polare all'interno, dove la lontananza dal mare e l'altitudine favoriscono un freddo più intenso, mentre è simile alla tundra sulla costa con minime d'inverno che toccano valori anche di −40 °C e massime estive che possono salire sino a 5-6 °C, essendoci la mitigazione di un ramo della Corrente del Golfo che lambisce la costa ovest.
Flora e fauna
Flora e fauna alle Svalbard soffrono moltissimo degli effetti del riscaldamento globale. Questo ha provocato notevoli cambiamenti climatici: tra il 1970 e il 2020, la temperatura media alle Svalbard è aumentata di 4 gradi Celsius e nei mesi invernali di 7 gradi. Il 25 luglio 2020 è stata misurata una nuova temperatura record di 21,7 gradi Celsius per l'arcipelago delle Svalbard, che è anche la temperatura più alta mai registrata nella parte europea dell'Artico.
Nel luglio 2020, inoltre, sono state misurate temperature superiori a 20 gradi per quattro giorni consecutivi. Come in gran parte dell'Artico, anche alle Svalbard si può notare che a causa del sostanziale scioglimento del ghiaccio, le superfici ghiacciate si trasformano in acque libere, la cui superficie più scura assorbe più energia solare invece di rifletterla indietro; di conseguenza, queste acque si riscaldano e ulteriore ghiaccio nella zona si scioglie sempre più velocemente, creando più acque aperte.
Nelle isole Svalbard non ci sono alberi ma solo piccoli cespugli e fiori sparsi qua e là a sfidare il freddo e il vento, nonché muschi e licheni.
Nella prima parte della stagione estiva i cieli sono attraversati da centinaia di migliaia di uccelli marini, di cui 30 specie nidificano sulle scogliere.
Il mare è abitato da foche, trichechi, balene, beluga, orche e narvali per un totale di 19 specie di mammiferi marini.
Le volpi artiche e la piccola renna delle Svalbard (r.t. platyrhyncus) popolano il territorio.
L'orso polare è il simbolo delle Svalbard. Da quando ne è stata proibita la caccia, ne è tornato a essere il signore: recentemente sono stati censiti circa 3500 esemplari. È il più grande mammifero terrestre carnivoro, è sempre affamato e non va mai in letargo, perciò tutte le escursioni sono scortate da guide armate di fucile.
Storia
Nell'età delle scoperte (età delle esplorazioni), furono per primi gli olandesi ad esplorare ed a mappare aree isolate e remote del mondo, tra cui l'arcipelago delle Svalbard.
Gli Scandinavi furono quindi probabilmente i primi scopritori delle Svalbard all'inizio del XII secolo, ma non vi sono prove certe di questo fatto. Certamente all'epoca l'arcipelago era perlo più utilizzato per attività di pesca e caccia.
L'olandese Willem Barentsz scoprì l'arcipelago nel 1596 mentre si trovava alla ricerca di un passaggio verso il Polo Nord.
Ma il primo sbarco conosciuto sull'isola è datato al 1604, quando una nave inglese attraccò a Bjørnøya ed iniziò a cacciare dei trichechi; fecero seguito delle spedizioni annuali e divenne sempre più chiaro come Spitsbergen fosse ormai una base per la caccia, in particolare alle balene artiche dal 1611.
Base internazionale per la caccia alle balene (XVII–XIX secolo)
La stazione baleniera della Northern Company a Smeerenburg (1634) fu uno dei primi insediamenti stabili dell'arcipelago, fondato dagli olandesi nel 1619.
Basi baleniere più piccole vennero costruite da inglesi, danesi e francesi. Dapprima questi avamposti erano solamente degli accampamenti estivi, ma dalla prima metà del Seicento alcuni iniziarono ad attrezzarli per passarvi l'inverno.
La pesca della balena allo Spitsbergen continuò sino agli anni '20 dell'Ottocento, quando olandesi, inglesi e danesi si spostarono altrove nell'Artico.
Dal XVII secolo, giunsero anche dei cacciatori russi che si dedicarono anche alla caccia terrestre di volpi e orsi polari, ma dopo una serie di raid inglesi nel Mare di Barents nel 1809, l'attività russa alle Svalbard diminuì sensibilmente, sino a cessare del tutto negli anni '20 dell'Ottocento.
I primi a raggiungere l'area dalla Norvegia furono il popolo Sami della regione di Hammerfest, come parte di una spedizione russa nel 1795.
Dagli anni '90 dell'Ottocento, le Svalbard iniziarono a divenire una meta ambita del turismo artico, oltre ad attirare un primo interesse minerario per la presenza di numerosi giacimenti di carbone ritrovati sulle isole, materiale utilizzato anche per le esplorazioni artiche.
Le prime miniere vennero impiantate a Isfjorden dai norvegesi nel 1899; dal 1904, anche gli inglesi si insediarono a Adventfjorden ed iniziarono le prime escavazioni su vasta scala. Quindi attorno al 1910 iniziarono le prime discussioni per stabilire una sovranità sull'intero arcipelago, ma vennero interrotte dallo scoppio della Prima guerra mondiale.
Il 9 febbraio 1920, dopo la Conferenza di Pace di Parigi, il Trattato delle Svalbard venne siglato, garantendo la piena sovranità delle isole alla Norvegia. Ad ogni modo, a tutti i firmatari del trattato venne garantito un diritto assoluto di pesca, caccia e sfruttamento delle risorse minerarie per evitare l'insorgere di ulteriori conflitti.
Il trattato ebbe effetto dal 14 agosto 1925, assieme all'Atto delle Svalbard che regolò per la prima volta la vita amministrativa dell'arcipelago con l'entrata in carica del primo governatore, Johannes Gerckens Bassøe. E' proprio in questo periodo che l'arcipelago, conosciuto fino ad allora come Spitsbergen, fu rinominato dai norvegesi col nome di Svalbard, e l'isola principale divenne nota come Spitsbergen.
Dopo la fine della 2° guerra mondiale, l'Unione Sovietica propose un'amministrazione condivisa norvegese e sovietica per la difesa militare delle Svalbard. Questo accordo venne rigettato nel 1947 dalla Norvegia che due anni dopo entrò nella NATO. l'Unione Sovietica mantenne alta l'attività civile alle Svalbard, in parte per assicurarsi che l'arcipelago non fosse utilizzato dalla NATO. Ma dopo la guerra, la Norvegia ristabilì la propria presenza stabile a Longyearbyen ed a Ny-Ålesund, mentre l'Unione Sovietica si attestò con insediamenti minerari a Barentsburg, Pyramiden e Grumant.
Durante la Guerra Fredda, i sovietici costituivano due terzi della popolazione delle isole (il restante terzo era composto da norvegesi), per una popolazione totale dell'arcipelago di 4000 abitanti circa. L'attività dei sovietici prima e dei russi dopo diminuì considerevolmente da allora, portando gli abitanti da 2.500 del 1990 a 450 del 2010. Longyearbyen rimase una città mineraria produttiva sino al 1989, ma nel 1993 venne venduta al governo nazionale e divenne sede di un centro universitario.Negli anni '90, il turismo aumentò notevolmente, rendendo così l'economia locale indipendente dall'industria mineraria. Longyearbyen venne incorporata definitivamente nel governo norvegese dal 1º gennaio 2002, iniziando così a disporre di un proprio consiglio comunale.
Società
La popolazione è d quasi 3000 abitanti, di cui circa 60% russi e ucraini, 10 polacchi e 35% non-norvegesi.
L'80% della popolazione delle Svalbard vive a Longyearbyen.
Risiedere alle Svalbard.
Sempre a causa di alcune clausole nel trattato delle Svalbard, non vi è alcun requisito particolare (come permessi di soggiorno, di lavoro, eccetera) per risiedervi permanentemente: supposto di poter trovare lavoro, non vi sono ostacoli di sorta perché il trattato prevede la non-discriminazione tra tutti i cittadini degli Stati aderenti al trattato. Le strade asfaltate sulle isole sono estremamente rare; i trasporti sono effettuati con imbarcazioni, aerei ed elicotteri, nonché in motoslitta o in auto su strade generalmente sterrate.
Le Svalbard sono per trattato militarmente neutrali, e quindi non è presente personale militare di nessuno stato. Alle Svalbard viene pubblicato un settimanale, lo Svalbardposten.
Questi sono gli insediamenti alle Svalbard ancora popolati
Longyearbyen, Barentsburg, Ny-Ålesund, Svea
Queste le Basi scientifiche attive
Queste le città minerarie fantasma
Advent City - città fantasma
Colesbukta - città fantasma
Grumantbyen - città fantasma
Ny-London - città fantasma
Pyramiden - città fantasma
Smeerenburg - città fantasma
Amministrazione
Le Svalbard sono amministrate da un governatore incaricato, il Sysselmesteren, il cui ufficio si trova nella città di Longyearbyen. Il Sysselmesteren esercita il potere esecutivo. Le Svalbard non eleggono rappresentanti al parlamento norvegese, né sono una contea, né sono organizzate in comuni, sebbene Longyearbyen abbia una timida forma di autogoverno. In questo le Svalbard assomigliano più a una colonia che a una piena parte di uno Stato. I cittadini norvegesi che vivono sulle Svalbard, tuttavia, hanno facoltà di votare nella loro circoscrizione di origine sul continente.