Che cosa accadrebbe se una violenta guerra nucleare si abbattesse sul pianeta, o se gli effetti catastrofici del cambiamento climatico distruggessero, un giorno, tutte le specie vegetali della Terra? La soluzione, scrive amusingplanet.com, sarebbe una arca di Noè, per i semi. Da dove ricominciare il lungo cammino verso una nuova civiltà.
Il presidente della Commissione europea non esitò a definirlo “un giardino dell’Eden ibernato, dove la vita può essere mantenuta in eterno, qualsiasi cosa succeda al mondo”. Si tratta del Svalbard Global Seed Vault (in italiano”Deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard”), un’area che ha la funzione di fornire una rete di sicurezza contro la perdita botanica accidentale del “patrimonio genetico tradizionale” delle sementi.
È localizzato vicino alla cittadina di Longyarbyen, nell’isola norvegese di Spitsbergen, nel remoto arcipelago articolo delle isole Svalbard, a circa 1200 chilometri dal Polo Nord. Il centro si compone di tre sale di 27 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 6 di altezza. Le chiusure hanno porte di acciaio di notevole spessore e la struttura è costruita in calcestruzzo in modo da resistere ad una eventuale guerra nucleare o a un incidente aereo.
Per questo, dal 2008, anno della sua inaugurazione, diversi mass media ne hanno spesso enfatizzato il ruolo etichettando il centro come un “rifugio” nel caso di una grande catastrofe regionale o globale, mentre il sito sarà probabilmente più utile nel caso di perdita di materiale genetico, perché l’obiettivo dichiarato dell’iniziativa è quello di garantire il completo affidamento fiduciario della maggior parte delle 21 colture più importanti della Terra (come riso, mais, frumento, patate, mele eccetera), garantendo così la diversità genetica. Non a caso, in questa banca del seme sono conservati materiali preziosi per il miglioramento genetico di molte aree della ricerca biologica di base.
Sul piano amministrativo, lo Svalbard Global Seed Vault è l’equivalente del caveau delle cassette di sicurezza di una normale banca. La banca è il proprietario dell’edificio e il depositante è il proprietario del contenuto della cassetta, così come il governo norvegese è proprietario dell’edificio mentre le banche del gene lo sono dei semi.
Esteticamente, il centro si presenta come un edificio incastrato 120 metri dentro una montagna di roccia arenaria. I semi sono confezionati in speciali pacchetti di quattro strati e sigillati termicamente per escludere l’umidità. L’impianto è gestito dal Nordic Genetic Resource Center, anche se non esiste personale permanente in loco.
L’isola Spitsbergen, che lo ospita, è stata considerata ideale in quanto esente da attività tettonica e per la presenza del suo permafrost (un terreno dove il suolo è perennemente ghiacciato) che è ritenuto di aiuto alla protezione dei semi. La localizzazione, 130 metri sopra il livello del mare, infine, assicura che il sito rimanga all’asciutto anche nel caso di scioglimento dei ghiacci artici.