Sull'isola di Spitsbergen nell'arcipelago delle Svalbard si trovano due insediamenti, Barentsburg e Pyramiden, le cui storie hanno un profondo legame con l’Unione Sovietica dell’inizio del 1900 e con la Russia dei tempi più recenti.
Prima della firma a Parigi del Trattato delle Svalbard nel 1920, l’arcipelago era essenzialmente una terra di nessuno. Un certo numero di nazioni, in particolare norvegesi, olandesi, inglesi e russi, avevano interessi economici, inizialmente nella caccia alle balene e poi nell’estrazione del carbone. Il Trattato regolamentò lo status dell'arcipelago, che divenne formalmente parte della Norvegia. Tuttavia, i paesi firmatari del trattato conservarono la libertà di intraprendere attività commerciali alle Svalbard, compreso lo sfruttamento delle risorse naturali. Da parte russa tale concessione si concretizzò nell'attività mineraria.
Dopo la chiusura di Pyramiden nel 1998, Barentsburg è rimasto l’unico insediamento russo ancora operativo nella produzione di carbone che viene in parte utilizzato per le esigenze del villaggio e per il resto venduto ai Paesi europei.
Barentsburg, la comunità mineraria sulle rive del Grønfjorden.
Sulle rive del Grønfjorden, un fiordo a ovest del più grande Isfjorden, la compagnia olandese Spitsbergen fondò un insediamento minerario che chiamò Barentsburg, dal nome del famoso esploratore artico olandese Willem Barentsz. Nel 1932, l'insediamento e la miniera furono acquistati dalla compagnia mineraria sovietica Arktikugol, portando alla sostituzione dei lavoratori prevalentemente olandesi e tedeschi con minatori russi e ucraini.
La città fu più o meno rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e gli edifici che si vedono oggi a Barentsburg sono quindi relativamente nuovi. Nonostante ciò, la città conserva ancora un'atmosfera storica e, anche dopo la caduta dell'Unione Sovietica, il busto di Lenin troneggia ancora nel centro della città.
Vista panoramica dalla cima della collina sopra Barentsburg, Svalbard.
Barentsburg si trova 60 km a ovest di Longyearbyen (non ci sono strade che le collegano) e dispone di una propria centrale elettrica a carbone, ospedale, scuola, asilo, strutture culturali e sportive. La città ospita anche una stazione di ricerca collegata al Kola Science Center e all’Accademia russa delle scienze, nonché uno dei due consolati generali della Russia in Norvegia. È accessibile tutto l'anno in nave da Longyearbyen, durante l'inverno anche in motoslitta. La maggior parte dei visitatori arriva da Longyearbyen con gite giornaliere (2-3 ore solo andata in barca). Barentsburg ha davvero una splendida posizione sulle Svalbard, poiché dalla città si ha una vista perfetta sul Grønjorden e sulla catena montuosa alle sue spalle.
La riva del Grönfjord vista da Barentsburg, Svalbard © Nestortech45, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
Ci sono tutti i tipi di strutture e servizi di cui una comunità ha bisogno per sostenersi, anche se le scorte alimentari di base devono essere inviate via nave. All'interno dell'insediamento si trovano un negozio di alimentari, un hotel e un ostello, oltre ad alloggi per tutti i lavoratori. Ci sono come detto anche un asilo e una scuola dal momento che i minatori che vi lavorano spesso portano con sé le loro famiglie. Accanto alla scuola c'è l'ufficio postale locale, gestito dalle Poste Norvegesi. Sebbene molte delle case di Barentsburg risalgano all'epoca sovietica, ci sono anche molti edifici moderni di nuova costruzione, come quello che ospita un centro culturale e strutture ricreative.
Chiesa a Barentsburg, Svalbard. © Andre Shutterbird, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Tra gli edifici più caratteristici c'è la chiesa ortodossa russa in legno. L'edificio è un memoriale alle 141 persone (11 membri dell'equipaggio e 130 passeggeri) del volo Vnukovo Airlines 2801 che si schiantò tragicamente il 29 agosto 1996 contro una montagna delle Svalbard durante il suo avvicinamento finale da Mosca Vnukovo a Longyearbyen. Poiché i passeggeri erano tutti diretti alle città minerarie di Barentsburg e Pyramiden (che all'epoca erano ancora operative), l'incidente ebbe un enorme impatto sulla comunità russa locale delle Svalbard. L'incidente è stato una delle cause che hanno contribuito alla chiusura di Pyramiden da parte di Arktikugol due anni dopo.
All'interno del centro culturale è ospitato il Museo Pomor di Barentsburg che illustra lo storico commercio dei Pomor con la Russia continentale, oltre all'attività mineraria russa e alla storia delle Svalbard. Particolarmente interessanti sono i reperti geologici di minerali e fossili e la collezione di manufatti recuperati dagli insediamenti dei Pomor e di altri primi esploratori dal XVI secolo in poi.
I Pomor erano un gruppo etnografico che viveva nel nord della Russia, sulla costa del Mar Bianco. Erano cacciatori e pescatori e avevano una lunga tradizione di caccia nell'Artico. Senza alcun dubbio, furono attivi nella maggior parte delle Svalbard per secoli. Il momento del loro arrivo è, tuttavia, incerto. Una questione su cui si discute da molto tempo - e a cui non è stata ancora data risposta - è se i Pomor siano arrivati prima del 1596, anno della scoperta ufficiale di Spitsbergen da parte dell'olandese Willem Barentsz. Questa è anche l'ipotesi suggerita e portata avanti dai curatori del museo.
Dato che le leggi locali delle Svalbard impongono il divieto di avventurarsi fuori da Longyearbyen privi di un'arma da fuoco per possibili incontri con gli orsi polari - ed è quasi impossibile ottenere un permesso di porto d'armi e noleggiare un'arma da fuoco come turista in visita - essenzialmente significa che l'unica opzione praticabile per visitare Barentsburg è partecipare ad un tour organizzato.
Pyramiden, la "città fantasma" per un viaggio indietro nel tempo.
Immersa nel cuore aspro e ghiacciato delle Svalbard c'è la remota città fantasma di Pyramiden che prende il nome da una caratteristica montagna alta 935 metri che si trova appena a nord della città. Camminare tra le sue strade è come andare indietro nel tempo, poiché l'insediamento si è preservato molto bene grazie al clima artico, quindi i pochi visitatori che vi arrivano possono rivivere l'autentica atmosfera dell'Unione Sovietica, come se la città fosse stata abbandonata da poco.
Vista sull'insediamento artico russo di Pyramiden con il busto di Lenin in primo piano
Negli anni '80 vivevano più di 1000 persone, una città fondata dalla Svezia nel 1910 e poi venduta all'Unione Sovietica nel 1927. La statua di Lenin più settentrionale del mondo è ancora in piedi, affacciata sulla piazza principale, con lo sguardo rivolto in lontananza verso il ghiacciaio Nordenskiöld. Alle sue spalle si trova il centro culturale di Pyramiden, fulcro di tutte le attività dell’insediamento.
La società mineraria statale russa Arktikugol ha chiuso le attività minerarie di Pyramiden nell’aprile 1998 dopo essere stata in attività ininterrotta per 53 anni. Prima della chiusura furono prodotte circa nove milioni di tonnellate di carbone. Una parte veniva utilizzata localmente nella centrale elettrica, mentre il resto veniva spedito in Russia. Il calo dei prezzi del carbone, le difficoltà nell'estrazione del carbone dalla montagna e il catastrofico incidente aereo menzionato in precedenza, contribuirono all'interruzione delle attività minerarie.
La città si è sviluppata secondo le idee sovietiche di una società ideale. C’erano un distributore di benzina, una serra e una fattoria, una scuola, un asilo, un albergo, un ristorante, praticamente tutte le strutture di cui si poteva aver bisogno. La maggior parte degli edifici sono ancora in piedi come quando i residenti se ne andarono.
Scorcio dell'insediamento di Pyramiden, Svalbard © Buiobuione, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Per settant'anni, lavorare come minatore di carbone a Pyramiden fu un'opportunità ambita: al culmine del dominio dell'Unione Sovietica, il loro unico insediamento in Occidente era una piattaforma perfetta per mostrare la ricchezza del loro paese al resto del mondo. Dopo essere arrivati con le loro famiglie, vissero nell'insediamento per un turno di due anni e godettero di una vita piuttosto piacevole: la città aveva un cinema, un palazzetto dello sport, una scuola, un asilo nido, un auditorium, una biblioteca e un ospedale, e tutti questi servizi erano gratuiti.
Poco è cambiato da quando gli ultimi lavoratori hanno lasciato l'insediamento. Parte di essi scelsero di restare alle Svalbard e di lavorare nella miniera di Barentsburg, mentre altri fecero ritorno in Russia. Da allora, le strade, gli edifici e i possedimenti un tempo vissuti sono stati lasciati agli elementi artici. Nel corso degli anni successivi, gli edifici e gran parte dei beni lasciati indietro sono rimasti intatti. Gli oggetti di uso quotidiano sono ancora sui tavoli, i poster consunti pendono dai muri e l'attrezzatura da neve dei lavoratori fiancheggiano i corridoi vuoti. I diversi macchinari sono rimasti com'erano il giorno in cui è stata tolta la corrente.
Pyramiden è una capsula del tempo di uno stile di vita industriale sovietico perduto e non a caso è stata menzionata dal National Geographic tra le 10 migliori città fantasma del mondo. Per effetto delle condizioni artiche si stima che Pyramiden rimarrà così com'è per altri 500 anni o più. I suoi resti potrebbero sopravvivere a qualsiasi altro insediamento umano moderno sulla Terra.
Nel 2013 la società Arktikugol ha riaperto qui un bar e un hotel. Pyramiden è ora aperta al pubblico tramite viaggi organizzati.
Barentsburg e Pyramiden, tra passato e presente.
Per i visitatori, le città russe di Barentsburg e Pyramiden nell’arcipelago norvegese delle Svalbard combinano i contrasti tra la bellezza incontaminata dell’Artico e l’industria in stile sovietico. In un’epoca di cambiamenti climatici, questa visione non potrebbe essere più contraddittoria. Oggi, tuttavia, entrambe stanno rimodellando il loro focus commerciale per diventare dei moderni hub attrezzati per esploratori e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.
Barentsburg e Pyramiden sono alcuni dei luoghi più singolari che potete visitare durante un viaggio alle Svalbard che conservano le tracce di storie scritte da esploratori, cacciatori di pellicce, mercanti, avventurieri, minatori. Un'escursione in queste città minerarie russe circondate dallo splendido scenario artico delle Svalbard costituisce sicuramente un'esperienza insolita e allo stesso affascinante.
Il Trattato delle Svalbard afferma che non dovrebbero essere istituite basi militari, ma le coste fredde e inospitali, all’estremità settentrionale del Mare di Barents, rivestono comunque un’enorme importanza geopolitica. Pertanto la Federazione Russa ha avviato importanti investimenti, segni della volontà di non voler abbandonare ma rafforzare la propria presenza. Sia durante la Guerra Fredda, sia oggi con la crescente militarizzazione dell’Artico, le Svalbard svolgono un ruolo strategico.